L’aspettativa
Passavo davanti alle stazioni locali
Sul treno
In un chiaro giorno.
E come braccia in una danza
Scorrevano le betulle intorno.
Non sapevo dove andavo:
Dalla tristezza, dalla speranza, a una festa?
Se correvo incontro all’estate,
O se fuggivo da essa.
E il treno mi pareva
Il mio destino incostante,
Dove tutto allora mi riguardava
E tutto sognavo sfavillante.
Pensavo anche che, forse,
Quel bosco ti celava.
Il mio presentimento di portenti
Il nostro treno ora superava.
E allora uscii e andai
Verso le betulle,
Nel silenzio della distesa.
E il treno nemmeno sentì
La mia gioia inattesa.
(Versione di Paolo Statuti)
ANCORA UNA VOLTA, IL MIRACOLO DELLA SIMBIOSI TRA LA NATURA E L’UOMO,NELLA TERRA LIBERA DEL SEMPLICE ESISTERE