Ein Deutsches Requiem (Requiem tedesco)
di Johannes Brahms
La più famosa musica funebre di tipo non liturgico è senza dubbio
il Requiem tedesco op. 45 di Johannes Brahms, completato nel 1868.
La morte della madre, nel febbraio del 1865, diede l’impulso decisivo
per la composizione. È sicuramente l’opera corale di Brahms più bella
e significativa. Per il testo il compositore si rifece alla traduzione di
Lutero dell’Antico e del Nuovo Testamento. Egli associò liberamente
le parti scelte: dall’esaltazione degli afflitti alle riflessioni sulla vanità
della vita terrena, alla consolazione della vita eterna che ci è stata
promessa, fino alla esaltazione dei morti nel Signore. La tromba non
chiama al Giudizio, ma annuncia la Resurrezione. Questo Requiem
che io chiamerei “dell’umanità”, anziché “tedesco”, non ha nulla di
funereo. È, al contrario, un meraviglioso inno alla speranza e un profondo
canto d’amore per Dio. Se dovesse capitarvi di essere depressi, sfiduciati,
tristi, ascoltate attentamente questa musica, seguendola con il testo che
ho preparato, servendomi della Bibbia edita dalla Libreria Editrice
Fiorentina, nella traduzione di Fulvio Nardoni. La numerazione del CD,
indicata a destra dei brani della Bibbia, coincide con la suddivisione fatta
da Brahms. Esistono molte belle esecuzioni. Io ho quella della New
Philarmonia Orchestra diretta da Lorin Maazel.
(Paolo Statuti)
Johannes Brahms – Requiem tedesco
Mt. 5,4 Beati gli afflitti, perché saranno consolati. I – 1
(coro)
Sal. 126, Chi va, se ne va piangendo, portando
5-6 il seme da gettare; chi torna, ritorna
cantando, portando i propri covoni.
1 Pt. 1, 24 Poiché ogni carne è come l’erba e la sua II – 2
gloria è tutta come il fiore dell’erba. Si (coro)
secca l’erba e cade il fiore.
Gc. 5, 7 Siate dunque pazienti, o fratelli, fino alla
venuta del Signore. Osservate: il contadino
attende il frutto prezioso della terra, e con
pazienza aspetta, finché non abbia ricevuto
le piogge della prima stagione e quelle della
stagione più tarda.
1 Pt. 1, 24 Poiché ogni carne è come l’erba e la sua
gloria è tutta come il fiore dell’erba. Si
secca l’erba e cade il fiore. Ma la parola
del Signore dura in eterno.
Is. 35, 10 E coloro che sono stati liberati dal Signore II – 3
torneranno e verranno a Sion con canti
e con gioia indistruttibile sui loro volti; gioia
e letizia giungeranno, e fuggiranno dolore
e lamento.
Sal. 39, Fammi conoscere la mia fine, Signore, e III – 4
5-8 qual è il numero dei miei giorni, perché (baritono
sappia quanto fragile io sono. Ecco, a palmo e coro)
a palmo Tu mi hai dato i miei giorni e la mia
vita è come un niente davanti a Te. Sì, tutto
parvenza è ogni uomo che vive! Passa l’uomo
come un fantasma, parvenza è il suo agitarsi:
ammassa beni e non sa a chi toccheranno.
Ed ora che cosa aspetto io, Signore? La mia
speranza è in Te.
Sap. 3, 1 Le anime dei giusti sono in mano di Dio e III – 5
nessun tormento li tocca.
Sal. 84 Quanto son care le Tue dimore, IV – 6
2-3, 5 o Signore delle Schiere! (coro)
Brama e langue l’anima mia
desiderando gli atri del Signore;
il mo cuore e le mie membra esultano
pensando a Iddio vivente.
Beati quelli che stanno nella Tua Casa!
di continuo Ti posson lodare.
Gv. 16, Così anche voi siete nella tristezza; ma io V – 7
22-23 vi vedrò di nuovo e ne gioirà il vostro cuore (soprano
e nessuno vi potrà più togliere la vostra gioia. e coro)
Sir. 51, Ecco, guardate: per breve tempo ho avuto
35 fatica e lavoro, e ho trovato grande
consolazione.
Is. 66, 13 Come qualcuno viene consolato dalla madre,
così Io vi consolerò.
Eb. 13, 14 Non abbiamo infatti qui una stabile dimora, VI – 8
ma siamo in cerca di quella futura. (baritono
e coro)
1. Cor. 15, Ecco che a voi dico un mistero: Tutti certo VI – 9
51-55 non saremo già morti, ma tutti saremo
trasformati, in un attimo, in un batter
d’occhio, al suono dell’ultima tromba.
Squillerà, infatti, la tromba e i morti
risorgeranno incorruttibili e noi saremo
trasformati… Allora avrà compimento la
parola che fu scritta: «La morte è stata
assorbita in vittoria. Dov’è, o morte, la tua
vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?»
Ap. 4, 11 Degno Tu sei, Signore e Dio nostro, di ricevere VI – 10
la gloria, l’onore e la potenza, perché Tu hai
creato tutte le cose e per la Tua volontà erano
e sono state create.
Ap. 14, 13 Beati i morti che fino ad ora son morti nel VII – 11
Signore! Sì, dice lo Spirito, affinché si riposino (coro)
dalle loro fatiche, poiché le loro opere li
accompagnano.