
Qualche anno fa ho pubblicato nel mio blog undici poesie di Olga Celuch, mia carissima amica, stroncata il 5 giugno 2010 da un male incurabile. Aveva solo 30 anni. Presto saranno trascorsi dieci anni dalla sua scomparsa prematura e sento il bisogno di ricordarla con un più consistente numero di poesie. A tale proposito vorrei riproporre questo giudizio del poeta Antonio Sagredo: « I suoi versi sono dominati da una tensione che per nulla al mondo viene in qualche modo nascosta, e mi fa pensare a Marina Cvetaeva: potrebbe essere dunque una sua figlia che ha ereditato la schiettezza e quel furore non contenuto, che a stento trattiene i sensi più remoti: non ha della russa lo spezzettamento del verso, che assegna a istanti muti lo stimolo del continuare a far poesia con più determinazione e violenza, ma dalla sua possiede invece la delicatezza di dettare ogni suo sentimento – nervosamente dolce – a quel poco di tempo che le è assegnato; è dunque anche la consapevolezza che la fine è prossima, a far scattare l’urgenza di far vedere nel suo verso quanti più mondi possibili che la assaltano… ma lei con grazia riesce a dire quanto è necessario dettare fuori dal suo mondo. La sua vita breve, il suo presagio, noi lo leggiamo sopra e sotto ogni parola, e nulla è lasciato alla verbosità, poiché quanto più l’urgenza della scrittura la opprime, tanto più la domina con la parola tenera, ma decisamente profonda, che testimonia una presenza terrena che non si cancella».
Olga Celuch conosceva molto bene la lingua italiana e di ogni poesia ha fornito la versione polacca e italiana. Le pubblico con qualche mio ritocco formale.
Non sono mie poesie,
ma attimi e pensieri,
emozioni e passioni
sussurrate coi sassolini
nel ruscello delle parole.
Scritte, perché non annegassero
nel mare del tempo,
perché non svaporassero
nella nebbia della vita.
(O. C.)
Liberare l’anima
Un beato sorriso
fermare-afferrare-imprigionare il tempo
un attimo di oblio
una nota della giusta musica
un soffio di erbe della terra riscaldata
il riposo su una vetta raggiunta
la raccolta delle mandorle all’alba
la terra vista dalla rossa boa
il tramonto dal finestrino del treno in fuga…
più del presente
commuovono i ricordi
liberano l’anima…
Speciale
Quanto sono diversa dagli altri?
Sono migliore dei colpevoli?
La folla è me?
Io e la folla?
Voglio essere unica!
Voglio vivere diversamente!
Non voglio sparire, ma penetrare
nel nucleo del mondo!
Nevica I
Volano i fiocchi lucenti
da un mondo migliore a uno peggiore
e io volo con loro
posando a terra il mio viso
non più di bambina.
Sogno
Sull’albero dei miei pensieri
crescono rami sempre nuovi.
A volte fiorisce,
ma per poco!
Più a lungo cadono le foglie!
Cresce l’infinità dei rami
verso l’azzurra verità!
Quando nevica
Nevica dal cielo sulla terra
come se durasse da anni.
Non si vede l’azzurro dell’eternità –
il mondo migliore degli dei!
Non si vede il verde della fecondità –
il giardino dei peccati umani!
Tutto si fonde solennemente
in una candida poltiglia!
Dormi
Dormi…
Chiudi le azzurre finestre
della tua anima,
perché la luna non sia indiscreta,
perché non fuggano i sogni.
Dormi…
Buonanotte…
L’uomo
C’è un momento
sulla pustola di questo mondo
quando si fanno purulenti i miei pensieri
gocciolano lentamente
dal cratere impuri
scavano solchi d’incertezza
– l’uomo in sostanza
è buono?
Il nostro palazzo
Nel palazzo del nostro mondo
si sono tarlati gli ideali,
i vermi hanno mangiato la coscienza,
le cornici dei buoni contegni
si sono coperte di ragnatele,
si sono impolverati nell’armadio
i nostri scheletri morali,
dappertutto è sporco…
Scricchiola… cigola…
Tra poco si spaccherà la trave
che regge il soffitto della tolleranza.
L’amore spirato col vento
Aspetto l’amore
scritto con un verso,
un sentimento
con una canzone cantata,
finché qualcuno non voglia mangiarmi
e portarmi in braccio alle porte del cielo,
finché la mia anima non impari a volare,
e poi tornare sicura sulla terra,
finché il mondo non si metta sottosopra,
e non cadrà il cielo che è su di noi.
Aspetterò l’amore
scaldato con lacrime di gioia,
suggellato da un eterno sorriso.
Fiocco dopo fiocco
Quieta la neve cade
ogni fiocco sono io
ogni fiocco sei tu.
Purché il gelo non diminuisca.
Purché non ci si trasformi
anzitempo
in un’ansiosa pozza di lacrime.
Plenilunio II
Ingenuamente faccio il bagno
nel chiarore della luna piena,
credendo che mi si schiariscano
le idee.
A che mi serve la tua luce
o luna,
se sulla strada della mia vita
aumentano sempre
gli angoli scuri?
Con te
Rimango immobile
tremante
distratta
con brandelli di pensieri
con parole incomprensibili.
Smarrita volo
in un denso
fruscio di emozioni,
che ho paura
di comprendere…
Farfalle di pensieri
I miei pensieri
sussurrano il tuo nome
come farfalle
si posano sulla mia spalla,
ma se giro la testa
per ammirarne la bellezza,
volano via.
Non imparerò mai
Mi affaccio alla finestra
dell’incomprensione.
Piove l’incoerenza.
Raggi d’ingenuità
mi bruciano il viso.
Credo sempre
in quell’arcobaleno
che ogni volta
sparisce, prima che riesca
a contarne tutti i colori.
Altre stelle
Ci sono cose che
non sapremo mai spiegare
come ad esempio te e me
i nostri pensieri
come palloncini
che si alzano senza imbarazzo
nel tuo salotto
aspettando
solo di essere punti.
Seduti su poltrone distanti
tra noi si stende l’oceano
del tappeto…
Mi guardi
mi parli
e io, voglio
non voglio
non posso
non mi lascerò andare.
Apro la finestra,
liberando i pensieri
che colorati volano
incontro ad altre stelle.
Il bacio
Quante volte
ti ho semplicemente baciato
sentendomi infantile.
Quante volte
avevo voglia di baciarti
veramente,
facendo danzare i miei sensi.
Quante volte
ho cercato il coraggio
sapendo che non sarei riuscita
a tirarmi indietro a metà strada
dal paradiso.
La tortura di primavera
Infierisce la primavera
sul mio corpo
si è alleata col fato
contro di me.
La calda pioggerella
della contraddizione ha bagnato
il sentiero
dove ho incontrato K.
Credo che mi risveglierò,
tornerò alla comprensibile
realtà.
Irreale diverrà l’uomo
che minimamente capisco
e sommamente desidero.
Il fuoco
Bacia…
– sussurra l’eco
quando mi fissi
coi tuoi occhi ridenti.
Tocca…
– canta il vento,
quando sei
a portata di mano.
Spoglia…
– danza il fuoco
che mi accendi dentro!
Anomalia
Non nominiamolo.
Che rimanga senza nome.
Che si sviluppi
nel caos dei nostri pensieri
spontaneamente, pian piano.
Forse sparirà
con calma senza un grido.
Non nominiamolo.
Non schediamolo.
Che non sia soggetto a regole
che hanno già deluso
e deluderanno ancora.
Che almeno solo questo
questo qualcosa
senza nome
che ci unisce
sia sottratto alle norme
con cui si determina il mondo.
Alba
Il giorno accende
le gocce di rugiada
illuminando la barca,
spegne i suoni
della natura.
E l’uomo accende …
I suoi rumori.
Solitudine II
È rimasto solo il sole
a donarmi sorrisi
solo il vento
ad accarezzarmi i capelli
il resto è musica
che mi suona dentro…
Basta poco
Ho perso tanto:
la dignità,
anche la speranza,
pensavo – anche me stessa.
Ma non ho perso
la facilità di fare
le cose più semplici,
più vere:
salutare il mare,
sorridere al sole…
Il vigile del fuoco dell’amore
Manca la vicinanza
che ironia!
Lunga tremila km. !
– Si stende come
un chewing gum
masticato
e senza più gusto
né pazienza!
Le e-mail non abbracciano…
Le lettere non accarezzano…
Gli sms non baciano…
Nella voce filtrata
da cavi e fili
dai quali defecano i piccioni,
non si vede l’occhio della sincerità…
Come vivere qui, se
l’amore accende
il fuoco, e noi
siamo troppo lontani
perché esso ci riscaldi!
L’amore accende
il bisogno
di dare
calore
sicurezza.
Di dare… sì, anche
– di dare protezione…
Un attimo di silenzio
di solitudine
in tua
compagnia, quando
il tempo si ferma
il respiro rimane in gola,
non per la bramosia, ma
per una semplice gioia, quando
tra di noi
ormai c’è soltanto
l’aria…una nostalgia accumulata
una ressa di emozioni
nella gola serrata
dalla commozione!
Il mangiatempo
Manca la vicinanza!
Manca un tenero cuore!
Soltanto ossa dure!
L’uomo è solo
– perché senza amore!
La vita dà sfogo
alla sua disperazione!
Senso poetico
Non c’è quiete
dopo la tempesta!
C’è soltanto
l’acqua schiumosa
delle emozioni…
Si poserà sulla sabbia,
si asciugherà, s’indurirà
comporrà un abbozzo
di poesia che parlerà
della tempesta!
Farò una foto:
sullo sfondo
il mare schiumoso…
Forse coglierò
la poesia dell’attimo!
Si calmerà
il respiro del mare
il flusso laverà
il riflusso spianerà…
Fino alla prossima
tempesta!
Una poesia cattiva
(Colloquio odierno tra me di ieri e me dell’altroieri)
Ho scritto queste parole
in un vortice di emozioni!
Non necessariamente buone,
ma vere!
Non troverà la bontà in sé,
chi non ammetterà le proprie
briciole di male!
“…Perché mi avete salvata?
Come sempre –
nessuno ha chiesto il mio parere!
E io
avrei preferito scomparire!
Non vivere in questo mondo!
Non ci sarebbero stati tanti problemi
e il buco nel bilancio famigliare!
Si sarebbe trovata un’altra pecora nera!
Grazie
non ringraziando!
È come ricevere un regalo non voluto
con cui non si sa cosa fare!
Una confezione di cioccolatini
da incartare di nuovo
e regalare a un’altra persona
che forse ama
la cioccolata,
anche quella scaduta!
Non sarebbe più semplice, più sincero,
gettarla subito nel secchio?!
È la Vostra vita!
Io ci coesistevo soltanto
volendo…
non volendo…”
Cose mostruose ho riletto
dopo!
Scritte forse con l’ingrato artiglio
del diavolo in persona!
E più di tutto mi dolgono
queste parole,
perché non c’è nessuno al mondo
che venga prima dei miei genitori,
qualcuno per cui potrei
provare un amore
più grande!
Mi scuso
per i pensieri-bestemmie,
perché non sono i miei!
Sarebbe…
Impossibile!
Ti auguro ciò che è più prezioso
Ciò che è più prezioso
irraggiungibile dalla materia
non ha forma,
né peso alcuno,
se non quello grande
della bontà
che ha in sé:
amore, non bramosia!
Amicizia, non infatuazione!
Sensibilità, non pietà!
Riconciliazione, non indifferenza!
Perdono, non oblio!
Comprensione, non compassione!
Scusa, non appagamento!
Gratitudine, non ricompensa!
Sono una gradita aggiunta,
ma non i gesti
non le parole
hanno questa potenza
e certamente
neanche tutti i gioielli del mondo!
– Per carità!
Una semplice gioia
un lampo negli occhi!
La sincerità delle intenzioni
è nell’aria
scorre…
Da cuore
a cuore!
Non si può vedere
non si può toccare,
ma si sente!
O uomo
che vivi in questo mondo con me,
voglio che ciò riguardi anche Te
ti auguro
ogni
bene!
La parola è magica
Parole infinite
spazi
di significati
per divertimento
ammirazione
rispetto
modellazione
nelle svariate
sfumature!
Esprimono
nuove riflessioni
vecchi successi
pensieri inquieti
sentimenti
emozioni
che si stringono
nel cuore di un uomo sensibile
ali aperte palpitanti
pronte al volo
farfalle colorate
si stringono
in un vaso di vetro!
Le libera
la parola
dà senso e memoria,
anche vita
eterna,
se scelta
accuratamente
la parola
è magica
ogni parola
le parole…
La poesia della vita
Non sono
non mi sento
poetessa!
Sono distante anche
dai piccoli
poetastri!
Ho una missione:
svolgo una lotta col tempo
che rosicchia
col suo sporco dente
le mura della fortezza
della memoria umana!
La parola la difende
a spada tratta
proteggendo i suoi tesori
con maggiore efficacia
se scritta!
i fatti li racconterà la prosa,
ma le emozioni…
Il dolore e la gioia,
le lacrime e i sorrisi.
I sapori e gli odori,
la metafisicità,
la fugacità degli attimi,
soltanto la poesia
può esprimerli!
E allora siedo,
sto sdraiata o in piedi
e scrivo, scrivo…
verso dopo verso…
creando una barriera
contro la folle
valanga del tempo
che travolge tutto
ciò che trova non scritto
sulla sua strada!
E corre!
E vola!
Sempre più veloce!
Dove corre?
Dove corre?
Nel fondo!
Nel fondo!
Ecco tutta la verità!
Poesia della vita!
La cassetta della vita
La vita…
Non è bella
nè meravigliosa
ci sono solo attimi
momenti come
fragole in una cassetta
scelta da noi
tra quelle offerte
al mercato della sorte!
Dove i frutti scelti
sembrerebbero
belli, succosi,
ma sotto
in ogni cassetta
si nascondono marce sorprese
andate a male
le butto via,
le dimentico!
Da anni mi nutro
di un paio di frutti
succosi!
Li gusto…
Li mastico…
Li vivo…
Aspettando
una nuova fornitura
di dolci attimi!
(C) by Olga Celuch