Archivio | dicembre, 2022

10 poesie che tutti dovrebbero conoscere

26 Dic

     Nel sito Notagram.ru ho trovato il post 10 poesie che ognuno dovrebbe conoscere. Ignoro l’autore della scelta, che certamente ha seguito il proprio gusto poetico. Io senza discuterlo l’ho condiviso e ho tradotto fedelmente l’intero post. Spero piaccia anche a voi, poiché si tratta indubbiamente di poesie che “toccano le corde dell’anima”:

    “Non amano e non capiscono la poesia solo coloro che a dire il vero non hanno amato, non hanno vissuto, non hanno gioito e non si sono afflitti in questo mondo mortale.

     La vera poesia non è semplicemente una rima ben messa e la scelta felice di una parola. È qualcos’altro. È ciò che l’anima estrae da te, comprime tutti i sentimenti in un gomitolo, ti mette al rovescio. È ciò che ti capisce meglio delle persone a te più vicine e più care. Per questo tu senti rizzarsi tutti i peli sulla pelle e avverti un formicolio. Sono parole che addolorano e placano al tempo stesso.

     Nella poesia ognuno di noi trova qualcosa di proprio, di personale e recondito. Ciò che fugge via dalla nostra anima o, viceversa, ciò che cerca di celarsi nei suoi recessi. Inesprimibili emozioni che toccano le corde della nostra anima – ecco cos’è la vera poesia. Oggi Notagram.ru ci ricorda dieci belle poesie, che non ci dice di imparare a memoria, ma ci invita semplicemente a conoscere”.

Anna Achmatova (1889-1966)

Io vivo in modo semplice e saggio…

Io vivo in modo semplice e saggio,

Guardo in alto il Cielo pregando,

Vago a lungo prima di sera,

L’inutile angoscia spossando.

Quando fruscia nel borro la lappa

E il grappolo del sorbo appassisce,

Io compongo versi gioiosi

Sulla vita stupenda ma che finisce.

Io torno. Mi lecca la mano

Il gatto, mormora e alletta,

E si accende d’un fuoco sgargiante,

Sul lago, della segheria la torretta.

Solo a volte il grido della cicogna

Che tronca il silenzio si sente.

E se alla mia porta tu busserai,

Penso che non sentirò niente.

1912

Vladimir Majakowskij (1893-1930)

Sentite un po’!

Sentite un po’!

Ma se le stelle si accendono –

significa – servono a qualcuno?

Significa – qualcuno le vuole?

Significa – quegli sputacchi per qualcuno sono perle?

E, soffocato

nelle bufere di polvere meridiana,

si precipita da dio,

teme d’essere in ritardo,

piange,

gli bacia la mano nerboruta,

prega –

che ad ogni costo in cielo ci sia una stella! –

giura –

che non sopporterà quel tormento senza stelle!

E dopo

cammina inquieto,

ma tranquillo in apparenza.

Dice a qualcuno:

“Allora adesso non c’è male?

E’ passata la paura?

Sì?!

Sentite un po’!

Ma se le stelle

si accendono –

significa – servono a qualcuno?

Significa – è necessario

che ogni sera

sopra i tetti

ci sia almeno una stella?!

1914 

Bella Achmadulina (1937-2010)

*  *  *

Tuona sulle coffe e piove

sulle clavicole e sulla testa.

Tu mi sei capitato,

come al vascello la tempesta.

Se sarà qualcos’altro…

Io non voglio sapere –

se volerò nella gioia

o mi abbatterà il dispiacere.

Come quel vascello ,

sono divertita e spaventata…

Non mi pento del nostro incontro.

Non temo d’essere innamorata.

1955

Gennadij Shpalikov (1937-1974)

Per fortuna o per sfortuna…

Per fortuna o per sfortuna,

Semplice è la verità:

Non tornare mai

Dove sei stato già.

Anche se il nido

Sembra immutato,

Non troveremo, tu ed io,

Ciò che abbiamo lasciato.

Un viaggio di ritorno

Io vorrei negare,

Io ti prego, come fratello,

L’anima non tormentare,

O mi getterò sulle tracce –

A ridarmi come faranno? –

E in stivali di feltro andrò

Nel quarantacinquesimo anno.

Nell’anno ’45 suppongo

Là, dove – mio Dio,

La mamma sarà giovane

E vivo il padre mio.*

*Il padre del poeta, ingegnere militare, morì in combattimento il 29 gennaio 1945.

Aleksandr Pushkin (1799-1837)

All’amore ogni età è sottomessa…*

All’amore ogni età è sottomessa;

Ma ai cuori vergini e leggiadri

I suoi slanci sono salutari,

Come le bufere ai campi arati:

Nella pioggia di passioni s’infrescano,

Maturano, si rinforzano –

E la forte vita darà anzitutto

Sontuoso fiore e dolce frutto.

Ma alla svolta dei nostri anni,

Nel tempo tardo e ingrato,

Triste è l’orma morta della passione:

Come la bufera d’autunno inoltrato

Il prato intero impaluda

E il bosco intorno denuda.

1829-1830

*Da: Evgenij Onegin

Osip Mandelstam (1891-1938)

*  *  *

Insonnia. Omero. Le vele spiegate.

L’elenco delle navi io lessi fino a metà:

Quella lunga nidiata, quella fila di gru,

Che sopra l’Ellade un giorno si alzò.

Come un cuneo di gru verso altrui frontiere –

Sulle teste dei re la spuma divina –

Dove navigate voi? Senza Elena

Che sarebbe Troia per voi, uomini Achei?

E il mare, e Omero – tutto è mosso dall’amore.

Che dovrei ascoltare io? Adesso Omero tace,

E il Mar Nero, con eloquenza, rumoreggia,

E con greve fracasso si accosta al capezzale.

1915

Marina Cvetaeva (1892-1941)

Mi piace…

Mi piace che di me non siete malato,

Mi piace che di Voi non sono malata,

Che sempre la greve sfera terrestre

Sotto i nostri piedi è ancorata.

Mi piace che si può essere divertenti –

Dissoluti – con le parole non giocando,

E non arrossire con un’onda soffocante,

Le maniche leggermente sfiorando.

Mi piace che Voi stando con me

Tranquillo un’altra abbracciate,

E poiché io non bacio Voi,

Nel fuoco infernale non mi gettate.

Che il mio caro nome, o mio caro,

Non pronunciate mai vanamente…

Che nel silenzio della chiesa

Un alleluia per noi mai si sente!

Vi ringrazio col cuore e con la mano

Perché Voi – senza rendervi conto! –

Mi amate tanto: per la mia notte quieta,

Per i rari incontri al tramonto,

Per le non-passeggiate lunari,

Per il sole che non è su di noi, –

Perché siete malato – ahimé! – non di me,

Perché sono malata – ahimé! – non di Voi.

1915

Sergej Esenin (1895-1925)

In questo mondo sono solo un passante…

In questo mondo sono solo un passante,

Tu mi saluti con la mano lieta.

Anche un mese autunnale

Ha una luce-carezza, così quieta.

La prima volta mi scaldo da un mese,

La prima volta sono ristorato,

E di nuovo vivo e spero

Nell’amore che è già passato.

Ciò ha fatto la nostra piattezza,

Salata come la sabbia e amara,

E l’innocenza sgualcita di qualcuno,

E l’angoscia nativa a lui cara.

Per questo io per sempre ripeterò

Di non amare separatamente –

Lo stesso amore di entrambi

La nostra patria attende.

1925

Evgenij Evtushenko (1933-2017)

Tu sei grande in amore…

Tu sei grande in amore.

Hai coraggio.

Io sono timido a ogni passo.

Io non ti farò del male,

ma del bene non credo potrò.

Tutto mi dice

che mi porti in un bosco

senza sentiero.

Siamo in folti fiori fino al collo.

Non capisco –

quali fiori.

Non serve la passata esperienza.

Io non so

che fare e come.

Tu sei stanca.

Tu chiedi le mie mani.

Tu sei già nelle mie braccia.

Vedi,

il cielo com’è azzurro?

Senti,

quali uccelli nel bosco?

Allora, cosa sei?

Ebbene?

Portami!

Ma io dove porterò te?..

1953

Iosif Brodskij (1940-1996)

Io vi ho amato…

Io vi ho amato. L’amore ancora (forse

è solo dolore) mi trapana il cervello.

Tutto è andato in pezzi accidenti.

Ho provato a spararmi, ma non è facile

con l’arma. E poi: il whisky:

quale centrare? Non il tremito m’ha fermato,

ma la riflessione. Diavolo! Tutto è disumano!

Io vi ho amato a tal punto, disperatamente,

che Dio vi conceda altri – ma non lo farà!

Egli, essendo assai di più,

non creerà due volte – come dice Parmenide –

questo fuoco nel sangue e scricchiolio di ossa,

affinché i piombi nelle fauci si fondano dalla brama

di toccare il “busto” – io cancello la bocca!

1974

(C) by Paolo Statuti