Blues funebre
Fermate tutti gli orologi, i telefoni staccate,
Un bell’osso per non abbaiare ai cani gettate,
Azzittite i pianoforti e coprite i tamburi,
Fate uscire la bara con gli amici dai volti scuri.
Gli aerei traccino un triste cerchio e sia scorto
In alto nel cielo il messaggio Egli è Morto,
Mettete il crespo sui colli dei piccioni nostrani,
E indossino guanti neri di cotone i vigili urbani.
Egli per me era i quattro punti cardinali,
La mia settimana di lavoro e i riposi domenicali,
Il mio meriggio, la mezzanotte, ciò che cantavo;
Io credevo che l’amore fosse per sempre: sbagliavo.
Spegnete tutti gli astri: nessuno ora sarà cercato;
Imballate la luna e il sole sia smontato;
Svuotate l’oceano e spazzate via il bosco,
Perché niente che sia buono ora io conosco.
Voltaire a Ferney
Del tutto felice ora, guardava la sua proprietà.
Un orologiaio-emigrato lo salutò mentre passava
E riprese il lavoro. Dove un ospedale cresceva in fretta,
Un falegname si tolse il berretto. Un giardiniere riferì
Che alcuni alberi da lui piantati crescevano bene.
Le bianche Alpi scintillavano. Estate. Egli era grande.
Lontano a Parigi, dove i suoi nemici
Mormoravano che egli era meschino, su una rigida sedia
Una vecchia cieca aspettava la morte e le lettere. Le scrisse,
“Niente è migliore della vita.” Ma era così? Sì, la lotta
Contro la falsità e l’ingiustizia
La valeva sempre. Perciò coltivava il giardino. Civilizzare.
Blandendo, sgridando, urlando, il più bravo di tutti.
Egli aveva condotto altri bambini alla guerra santa
Contro gli infami adulti; e come un bambino, era scaltro
E umile, sapeva proteggersi nella doppiezza,
Mentire per sentirsi sicuro,
Ma paziente come un contadino aspettava che cadessero.
Come d’Alembert, non ha mai dubitato di vincere.
Soltanto Pascal fu un grande nemico. I restanti
Erano topi già avvelenati. Ma restava molto
Da fare, e poteva contare solo su se stesso.
Il caro Diderot era tardo, ma fece del suo meglio.
Rousseau, l’aveva sempre saputo, piangerà e cederà.
Come di guardia, non dormiva. La notte fu piena di torti,
Terremoti ed esecuzioni: presto morirà,
E ancora sovrastavano l’Europa le orribili bambinaie
Che volevano far bollire i loro bambini. Solo i suoi versi
Forse potevano fermarle: Egli doveva scrivere. In alto
Le stelle senza lamentarsi componevano il loro limpido canto.
(Versione di Paolo Statuti)