Archivio | febbraio, 2019

Poesia

17 Feb

Alphonse Mucha: La poesia

Mi guardavano, io ero la Poesia,

mi studiavano, io ero la Poesia,

mi amavano, io ero la Poesia,

ma non mi capivano,

perché per loro capirmi significa

 immergersi in un abisso

di ipotesi

senza conclusione

mentre assai più semplice

è la mia intenzione.

Pablo Neruda (1904-1973) – La Poesia

Fu a quell’età…La poesia arrivò

per cercarmi. Non so, non so da dove

uscì, dall’inverno o da un fiume.

Non so né come né quando,

no, non erano voci, non erano

parole e neanche il silenzio,

ma mi chiamava da una strada,

dai rami della notte,

a un tratto tra gli altri,

tra fuochi violenti

o rincasando solo,

stava lì senza volto

e mi toccava.

Non sapevo che dire, la mia bocca

non sapeva

dare un nome,

i miei occhi erano ciechi

e qualcosa batteva nell’anima,

febbre o ali smarrite,

e mi sentii solo

a decifrare

quel bruciore,

e scrissi la prima riga incerta,

incerta, senza corpo, pura

sciocchezza,

puro sapere

ciò che ignoro del tutto,

e ho visto a un tratto il cielo

sgranato

e aperto,

pianeti,

piantagioni vibranti,

l’ombra attraversata,

perforata

da frecce, fuoco e fiori,

la  notte opprimente, l’universo.

Ed io, minimo essere,

ebbro dell’immenso vuoto

costellato,

a somiglianza, a immagine

del mistero,

sentii che ero pura parte

di un abisso,

rotando con le stelle,

il mio cuore volò via nel vento.

(Versione di Paolo Statuti)

Antonio Tabucchi (1943-2012) – La stanza del poeta

Sono un poeta,

sono un attore,

ma la mattina mi sveglio, mi vesto,

mi infilo le scarpe,

esco per strada e sono come tutti,

e nella strada passano passanti,

e io li guardo, e sorrido perché passano,

e anch’io passo e nessuno mi nota.

Ma poi,

nella solitudine della mia stanza,

apro le botole dell’anima,

guardo nel buio dei sotterranei,

ci sono topi,

ruscelli di diamante,

bellezze, miasmi e rancori:

lo faccio per me, lo faccio per voi,

perché ci vuole qualcuno che guardi,

e questi sono i poeti,

che cercano le stelle in fondo ai pozzi.

Leopold Staff (1878-1957)

Ars poetica

Un’eco dal cuore sussurra:

«Prendimi prima che io languisca,

Che diventi diafana, azzurra,

Che impallidisca, che sparisca!»

Come una farfalla l’afferro,

Non già per stupire il mondo,

Ma per rendere l’attimo eterno,

Perché tu comprenda a fondo.

E il verso che viene dal bardo,

Vestito di suoni e d’arcano,

Sia limpido come uno sguardo,

Sia come una stretta di mano.

(Versione di Paolo Statuti)

Paolo Statuti (1936-      )

Poesia

Se non sai cos’è la poesia,

immagina d’esser sordo

e udire scendere

dal cielo un accordo…

immagina d’esser cieco

e vedere accendersi

il fuoco del tramonto…

immagina d’esser muto

e poter dire:

tu piccola stella

risplendi, tremando

d’infinito…