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Il mare

18 Ago

 

 

Paolo Statuti: Mar Baltico (olio, 2017)

 

 

Vivendo già da tanti anni in Polonia, ho visitato molti luoghi di questo paese e ciascuno di essi ha lasciato in me impressioni e ricordi diversi. Oggi posso dire che la regione che conosco meglio è la Pomerania, dove vivo già da quindici anni. Vi giunsi la prima volta come turista alla ricerca di un nuovo nido, e in seguito l’ho riprodotta nei miei quadri, partecipando a diversi incontri di pittura organizzati dal Club “St. Morawski” di Słupsk. Grazie ad essi ho conosciuto la bellezza e l’anima di questa regione, dove architettura, storia e natura formano un armonioso insieme. Tutto il litorale baltico è come un nitido e lucente nastro che separa le dune e il bosco dal mare.

Camminando lungo la riva le “tre ali” della mia anima battono all’unisono: la pittura con i colori che vedo, la poesia con le sensazioni e i sentimenti che provo e la musica col canto degli uccelli e il fruscio del mare e del vento che ascolto. Spesso ho l’impressione che la natura sia così incontaminata e quieta, da farmi sentire quasi un intruso, che dovrebbe scusarsi per la sua presenza; ma è solo un’impressione, perché vedo anche che la natura mi sorride e mi dà il suo benvenuto.

Per i miei lettori ho tradotto questo bel testo del poeta polacco Tadeusz Kijonka (1936-2017).

 

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Non c’è poeta che resti indifferente al  f e n o m e n o  d e l  m a r e, perché egli non potrebbe esistere al di fuori di quella smisurata forza naturale della vita, la cui forma consiste in un perenne movimento, in un divenire e rinnovarsi all’infinito. I dialoghi del poeta col mare, in realtà sono un colloquio con se stesso – pieno di domande riguardanti il senso della vita, i confini dell’esistenza, le leggi della conoscenza, l’identità determinata dal flusso del tempo che trascorre; sono tentativi di dare un nome all’incomprensibile, di abbracciare fenomeni non racchiusi in precise definizioni e neanche nell’ambito razionale di una descrizione oggettiva.

Senza dubbio il mare esiste nella poesia anche come determinata, reiterata sfera di impressioni paesaggistiche, ma soltanto e unicamente nei contatti esterni – limitati alle suggestioni sensoriali ed estetiche, alla semplice ammirazione espressa dalla riva. La completa simbiosi si ha quando il poeta si identifica con questa forza naturale con le sue eterne leggi dell’alta e bassa marea, con lo spavento di un’inerme solitudine, con il grido, il silenzio e lo spazio senza direzione e senza un costante orizzonte, e con la sua primordialità  e imprevedibilità di situazioni improvvise, e il definitivo smarrimento. Appunto – alla fine non rimane che alzare la testa, sospirare all’unica stella, che non coglierà la nostra voce.

La natura del mare è più vicina alla musica; solo essa riesce a raggiungere una completa identità, perfino con la omogeneità della materia, a identificarsi totalmente con esso – perché come il mare essa esiste al di là del linguaggio dei significati diretti, unicamente per se stessa. I poeti lo sanno e per questo così spesso ascoltano la musica, benché non raggiungano mai un livello così ideale di forma ed espressione, di materia e carattere.

Il mare è soltanto uno, benché la gente lo abbia ripartito dandogli nomi diversi. Analogamente hanno agito con la vita, per poi non riuscire a capire la sua essenza e diventare vittima della propria inesorabile logica. La poesia si schermisce da questo e incessantemente si sforza di penetrare le prime fonti delle emozioni e della fantasia, attraverso la sovrapposizione delle culture e i fossili della civiltà. Per questo la forza della poesia è il suo eroico destino di Sisifo – non importa che sia condannata in anticipo alla sconfitta: l’istante in cui appare la vetta ripaga di tutto. I poeti lo avvertono in modo chiaro proprio quando capita loro di specchiarsi nel mare. Soltanto esso non si è arreso all’uomo, non è mai stato conquistato del tutto, mentre la terra domata si è sottomessa da tanto tempo e ha perduto tutta la sua autonomia.

Quando non trovo risposta alle domande che la vita mi pone – ascolto la musica. Allora mi trovo a tu per tu col mare – e benché unicamente con me stesso, non sono solo.