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T. Różewicz: La caduta… nella versione di Paolo Statuti

9 Apr

 

Tadeusz Różewicz

Tadeusz Różewicz

 

 

La caduta

ovvero elementi verticali

e orizzontali nella vita dell’uomo

contemporaneo

 

nella versione di Paolo Statuti

 

Questo poema di Tadeusz Różewicz va considerato come un’aspra critica

rivolta a ogni mortale dei nostri giorni. Il titolo stesso ha un significato estremamente ironico, che rasenta quasi il sarcasmo. L’idea essenziale che

il poeta vuole trasmettere ai lettori è che la gente odierna si trova in una

condizione morale notevolmente peggiore rispetto a tanto tempo fa,

quando “si cadeva verticalmente”. Il “fondo” dell’uomo contemporaneo si trova assai vicino. Oggi cadiamo non in giù, ma di lato. Attualmente l’uomo è

un essere degenerato, privo di valori e principi fondamentali, e per questo si trova costantemente sul fondo. L’uomo è caduto così in basso, che ormai può

muoversi solo in senso orizzontale – in uno stato di perenne degenerazione.

Nel poema l’autore ricorre alla storia della letteratura, tramite diversi riferimenti. Ricorda la figura di Albert Camus che nel 1957 ricevette il premio

Nobel. Różewicz lo definisce “l’ultimo moralista francese contemporaneo”,

e tratta ironicamente il suo romanzo sulla caduta morale dell’uomo. Si ricollega anche alle Confessioni di sant’Agostino che fu vescovo di Hippo Regios (Annaba

in Algeria) negli anni 396-430. E’ un’opera teologica con diversi elementi autobiografici. In essa il filosofo descrive la sua ricerca della verità, cui legherà poi la sua vita. Il rapporto di Różewicz con questa dissertazione filosofica e morale è alquanto ironico – egli deride la convinzione che tutti coloro che hanno sottoposto le proprie opere a Dio, entreranno nel regno divino, nella cui

esistenza egli non crede. Troviamo anche un riferimento ai romanzi di Françoise Sagan e un frammento del dialogo sulla fede fra Stavroghin e il religioso, tratto da I demoni di Dostojevskij. Anche questo è un campo in cui

il poeta può ironizzare. In questo poema Różewicz ribadisce con forza la sua

pessimistica visione dell’uomo, della sua caduta e della scomparsa della moralità.

Tanto

tanto tempo fa

c’era un solido fondo

che l’uomo poteva

toccare

 

l’uomo che vi giaceva

grazie alla sua sconsideratezza

o grazie all’aiuto del prossimo

era guardato con spavento

interesse

odio

gioia

era additato

ma egli a volte

si alzava

si risollevava

macchiato e grondante

 

Era un solido fondo

si potrebbe dire

un fondo borghese

 

un fondo era per le signore

e un altro per i signori

in quei tempi c’erano

ad esempio donne corrotte

screditate

c’erano bancarottieri

un genere oggi quasi

sconosciuto

il suo fondo aveva il politico

il prete il commerciante l’ufficiale

il cassiere e l’erudito

un tempo c’era anche un altro fondo

oggi esiste ancora un vago

ricordo

ma il fondo non c’è più

e nessuno può

toccare il fondo

o restare in fondo

 

Il fondo che rammentano

i nostri genitori

era una cosa costante

sul fondo

tuttavia

si era

specificati

l’uomo perduto

l’uomo smarrito

l’uomo che

si risolleva

dal fondo

 

dal fondo si potevano anche

tendere le braccia chiamare “dal profondo”

adesso questi gesti non hanno

alcun senso

nel mondo contemporaneo

il fondo è stato rimosso

 

l’incessante caduta

non favorisce atteggiamenti

pittoreschi posizioni

salde

 

La Chute la Caduta

è ancora possibile

solo in letteratura

nel sogno nella febbre

ricordate il racconto

 

sull’onestuomo

 

non corse in aiuto

sull’uomo che praticava la “dissolutezza”

mentiva era schiaffeggiato

per questa fede

 

il grande defunto forse l’ultimo

moralista francese contemporaneo

ricevette nel 1957

il premio

 

com’erano innocenti le cadute

 

ricordate

le antiche

Confessiones

del vescovo di Hippo Regius

 

C’era un pero nelle vicinanze della nostra vigna,

che non allettava né per l’aspetto, né per il sapore.

Noi giovani ignobili dopo aver tirato in lungo i

nostri scherzi per le strade, secondo un’infame

abitudine, ci recammo là, nel cuore della notte,

per scuotere la pianta e raccogliere le pere.

Ne cogliemmo una quantità enorme, ma non per

farne una scorpacciata, ma per gettarle ai porci.

Anche se ne assaggiammo qualcuna, fu solo per

il gusto della cosa proibita. Ecco il mio cuore, Dio,

ecco il mio cuore di cui hai avuto pietà, quando

esso si è trovato in fondo all’abisso…

 

“in fondo all’abisso”

 

peccatori e penitenti

santi martiri della letteratura

agnelli miei

siete come bimbi al petto

che entreranno nel Regno

(peccato che esso non ci sia)

 

– Lei, padre, crede in Dio? – gridò di nuovo Stavroghin

– Credo.

– E’ stato detto che la fede sposta le montagne. Se uno

crede e ordina alla montagna di spostarsi, quella si

sposterà…mi scusi l’indiscrezione, ma m’interessa

sapere se lei, padre, farà spostare la montagna

 

simili domande faceva il “mostro” Stavroghin

e ricordate il suo sogno

il quadro di Claude Lorraine

alla Galleria di Dresda

“qui vissero uomini bellissimi”

Camus

La Chute la Caduta

Ah, mio caro, per l’uomo che è solo, senza

dio e senza padrone, il peso dei giorni è terribile

 

quel lottatore dal cuore di bambino

immaginava

che i canali concentrici di Amsterdam

fossero un girone dell’inferno

dell’inferno borghese

naturalmente

“qui siamo nell’ultimo girone”

diceva a un compagno occasionale

nel bar

l’ultimo moralista

della letteratura francese

prese dall’infanzia

la fede nel Fondo

Doveva credere profondamente nell’uomo

Doveva amare profondamente Dostojevskij

doveva soffrire perché

non c’è l’inferno il cielo

l’Agnello

la menzogna

gli sembrava di aver scoperto il fondo

di giacere sul fondo

di essere caduto

 

Invece

 

il fondo non c’era più

lo capì senza volerlo

una signorina di Parigi

e scrisse un componimento

sul coito buongiorno tristezza

sulla morte buongiorno tristezza

e i lettori riconoscenti

da entrambi i lati

di quella chiamata allora

cortina di ferro

lo compravano

a peso d’oro

quella signorina signora

quella signorina quella signora

ha capito che il Fondo non c’è

che non ci sono i gironi dell’inferno

che non c’è il risollevamento

e non c’è la Caduta

tutto si svolge

nel noto

limitato spazio

tra

Regio genus anterio

regio pubice

e regio oralis

 

e ciò che un tempo era

il vestibolo dell’inferno

fu trasformato

da una letterata di moda

in vestibulum

vaginae

 

Chiedete ai genitori

forse ricordano ancora

l’aspetto del vecchio Fondo

il fondo della miseria

il fondo della vita

il fondo morale

 

la “Dolce vita”

o Cristina Keller

viveva nel fondo

il rapporto di lord Denning

afferma

tutto il contrario

Il Mons pubis

da questa vetta

si stendono vasti

crescenti orizzonti

dove sono vette

dov’è l’abisso

dov’è il fondo

 

a volte ho l’impressione

che il fondo dei contemporanei

si trovi poco sotto la superficie

della vita

ma forse è un’ulteriore illusione

forse esiste ai “nostri giorni”

la necessità di costruire

un nuovo

Fondo adatto

alle nostre necessità

 

Mondo Cane

perché questo quadro mi fece

una grande impressione che cresce ancora

che cresce sempre

Mondo Cane ein Faustschlag ins Gesicht

Mondo Cane film senza stelle

Mondo Cane

dove si mangia si balla si uccidono gli animali

“si fa l’amore” si balla si prega si muore

colorito reportàge

sull’agonia

sull’agonia dei vecchi

sulla cucina cinese

sull’agonia di uno squalo

sui condimenti

sull’uccisione delle vecchie

automobili

ricordo lo schiacciamento delle forme

lo schiacciamento del metallo

il frastuono e lo stridore

l’annientamento delle carrozzerie

le viscere metalliche dell’automobile

il cimitero delle automobili

un altro modo di dipingere

i quadri a ritmo di musica celeste

a Parigi l’impronta del corpo su tele bianche

il velo di santa Veronica

i volti dell’arte

le bocche dei milionari e delle loro donne

la frittura di formiche insetti e larve

neri mucchietti in scodelle d’argento

le labbra di chi mangia

labbra rosse in Mondo Cane

grandi lucide labbra rosse

si muovono in Mondo Cane

 

Poi è iniziata la discussione

sul capitolo III dello schema relativo alla Chiesa

al popolo di Dio e al laicato

 

Il cardinal Ruffini

ha spiegato

che il concetto di Popolo di Dio

è assai impreciso

poiché il III capitolo

non ha ottenuto la maggioranza qualificata

dei voti è stato rinviato

alla Commissione Liturgica

per essere riesaminato

 

 

C’era un pero nelle vicinanze della nostra vigna, che non

allettava né per l’aspetto, né per il sapore…confessò Agostino

 

avete notato che

gli interni delle moderne case di Dio

rammentano

la sala d’aspetto di una stazione

ferroviaria di un aeroporto

 

Cadendo non possiamo

assumere la forma

di una posizione ieratica

le insegne del potere cadono di mano

 

cadendo coltiviamo i nostri giardini

cadendo alleviamo i figli

cadendo leggiamo i classici

cadendo eliminiamo gli aggettivi

 

la parola cade non è

la parola adatta

non chiarisce il movimento

del corpo e dell’anima

in cui scorre l’uomo contemporaneo

 

le persone ribelli

gli angeli dannati

cadevano all’ingiù

l’uomo contemporaneo

cade in tutte le direzioni

contemporaneamente

in giù in alto di lato

a forma di rosa dei venti

 

 

un tempo si cadeva

e ci si rialzava

verticalmente

adesso si cade

orizzontalmente

 

1963                                 in: Volto terzo,1968