Tytus Czyżewski, poeta, pittore, critico d’arte, drammaturgo, nacque nel 1880 nei pressi di Limanowa. Studiò all’Accademia di Belle Arti di Cracovia. Negli anni 1907-1909 e 1910-1912 soggiornò a Parigi, dove restò affascinato dalla pittura di Cézanne e dal cubismo. Nel 1914 si stabilì a Cracovia. Nel 1917 aderì al gruppo degli Espressionisti polacchi, che nel 1919 prese il nome di Formisti e svolse un ruolo di primo piano nella storia dell’avanguardia polacca. Con Leon Chwistek e Karol Winkler diresse la rivista “I Formisti”, dove pubblicava articoli e poesie. Prese parte ai primi incontri dei futuristi polacchi e contribuì alla creazione dei club futuristi di Cracovia “L’organetto” e “La noce moscata”. Nel 1922 partì per Parigi e lavorò presso l’Ambasciata polacca. Viaggiò molto, visitando anche Francia, Spagna e Italia. Nel 1930 si stabilì a Varsavia. Dal 1934 fece parte della redazione della “Voce degli Artisti”. Durante l’occupazione tedesca scrisse la raccolta di poesie “L’antidoto”, che andò perduta durante l’Insurrezione di Varsavia. Morì a Cracovia il 6 maggio 1945. Nelle prime raccolte poetiche “L’occhio verde” e “Notte-giorno” Czyżewski espose le idee del futurismo e dadaismo, manifestando la sua passione per la natura, gli istinti biologici e la civiltà delle metropoli. Con l’andare del tempo nelle sue opere acquistò sempre più spazio il folclore polacco ed europeo. Il suo interesse per lo spirito popolare è evidente anche nella sua ultima raccolta di versi “Lajkonik nelle nuvole” (1936), da cui è tratta la “Poesia sulla pittura”. La poesia di Czyżewski, così come anche la sua pittura, si ispirano alle correnti di avanguardia nell’arte degli inizi del XX secolo. La sua creazione letteraria e artistica costituisce un ricco e coerente insieme.
Tytus Czyżewski
Poesia sulla pittura
“Tutta la pittura – dai dipinti
greci a Pompei, fino a Cortot
passando per Poussin, è come
se fosse uscita dalla stessa
“tavolozza”.
Auguste Renoir (“Pensieri”)
A Pompei ho visto gli affreschi
nella Villa dei Misteri.
Là i fondi viola sono in armonia
Col nero dei capelli
Con la luce color rosa opaco
Dei perlacei corpi femminili.
La pittura è armonia
Di raffinate gamme di colori,
Che vivono negli occhi del pittore
Come vive una nuvola in cielo,
Come riflesso di un giglio rosa pallido
Nell’acqua azzurra di uno stagno,
Come vive la luce di un’ala di farfalla
Sul fondo di un azzurro scuro
D’un cielo sereno
La pittura è diletto musicale
Dei toni più rari, più semplici
Con cui il pittore crea l’immagine del mondo.
Congiunge sulla superficie della tela
Le più rare, più semplici armonie
Così come
Le congiunge nella sua possente
Ricchezza
L’armonia della natura
Impenetrabile per l’uomo.
E il pittore i suoni, i toni e la forma
Sceglie
Dal ricco giardino di fiori
E crea un mondo nuovo
Sulla sua tela
Il mondo dell’armonia interiore
Che sente e che
Vive in lui.
Primavera del 1917
Alla memoria del poeta Apollinaire
Terra ho più volte invocato
oggi il sole è lo squarcio d’un gigante
già da tempo privo dei pugnali
Cesare Borgia il giullare scarlatto
l’ombra gobba di Riccardo III sul muro
guardano la fetta di luna che sporge
dalla sacca sulle spalle
nella volta del cielo scorrono le rondini
i fiori primaverili sbocciano nei campi
le nubi si preparano alla scontro armato
vedo Alessandro il Grande
dal mosaico pompeiano
le armate coi vessilli escono
dalle trincee di Verdun
e lontano nelle nubi primaverili
si delinea l’elmo scuro d’artigliere
del tenente Wilhelm Kostrowicki
il treno blindato sfreccia nel cielo
il tuono primaverile scuote la terra
fino alle sue viscere bacate
fino al cuore messo a nudo dell’uomo
la tempesta piega un grosso albero
sfogliato là in mezzo ai campi
il verde esuberante della vite selvaggia
s’inerpica sul tronco annerito
(Versione di Paolo Statuti)
(C) by Paolo Statuti