
Romanticità
Questa ballata di Mickiewicz che fa parte della raccolta del suo debutto Ballate e romanze, pubblicata nel 1822, ha carattere programmatico, rappresenta il manifesto della nuova sensibilità romantica, segna la nascita di una nuova epoca letteraria in Polonia. Protagonista è la giovane Karuscia che dice di vedere il suo amato Janek defunto. Si stringe a lui, lo prende per mano, lo accarezza. Questo suo comportamento suscita reazioni contrastanti nella società. La gente semplice crede che lei veda davvero il suo ragazzo morto e prega per la sua anima. Allo stesso modo pensa il poeta, volendo di conseguenza affermare che il vero amore, l’amore romantico dura perfino dopo la morte. A un tratto tra la folla appare il vecchio che nega la possibilità di comunicare coi defunti. Egli afferma che la fanciulla è pazza e dice cose insensate, e a sostegno della sua convizione ricorda i due attributi tipicamente illuministici – “mente e occhio” ed esorta quindi ad avere una visione razionale del mondo.
Mickiewicz invece separa il mondo della ragione dal mondo della fede, del cuore, del sentimento. Contrappone le “verità vive” alle “verità morte”. Le prime permettono di penetrare nel mondo spirituale, di scoprire in esso la metafisica, i prodigi, mentre le seconde riguardano esclusivamente il mondo tangibile e quindi sono più povere, più limitate. Il poeta afferma che esistono due modi di vedere il mondo: con gli occhi dell’anima e con gli occhi del corpo. Confronta la mente con il cuore e lancia un appello tipicamente romantico: “Abbi cuore e guarda nel cuore!”
Ecco questa ballata nella mia traduzione:
Romanticità
Methinks, I see… Where?
– In my mind’s eyes.
Mi sembra di vedere… Dove?
Negli occhi della mia mente.
Shakespeare, Amleto (atto I, scena 2)
Ascolta, fanciulla!
– Ma lei non sente. –
E’ giorno, sei tra la viva gente!
Nessuno spirito è con te,
Chi vuoi chiamare?
Chi vuoi accarezzare?
– Ma lei non sente. –
Come rupe morta
Lei non si volta,
Intorno gli occhi posa,
Di pianto riempiti,
Abbraccia qualcosa,
Tu ora piangi e ora ridi.
– “Tu qui di notte? Tu mio Janek!
La mia anima fedele ti sarà!
Qui, qui, facciamo piano,
O la matrigna ci sentirà!…
Ma che senta pure… che vale?
C’è stato già il tuo funerale!
Sei già morto? Ah, ho paura!…
Di che?… Sei al mio fianco!
Ah, è lui! Gli occhi di sicuro!
Il suo vestito bianco!
E anche tu bianco come un cencio,
Freddo… hai le mani gelate!
Riposa qui, sul mio seno,
Stringimi, bacia le labbra amate!…
Che freddo hai nella tomba!
Da due anni sei morto tu!
Prendimi, io morirò con te,
Il mondo non amo più.
Io soffro tra la gente:
Piango. e loro mi deridono;
Parlo, nessuno mi capisce,
Vedo, loro non vedono!
Vieni di giorno… Forse in sogno?
Con me è la tua dimora.
Perché scompari, mio caro Janek?
E’ presto ancora, è presto ancora!
O Dio! il gallo già canta,
L’aurora già brilla alla finestra.
Dove sei? Fermati, guarda
La mia anima affranta!” –
Così la fanciulla ama l’amante,
Gli corre dietro, grida, cade;
E al suo grido di dolore ,
Accorrono da ogni parte.
“Pregate! – grida qualcuno –
Qui la sua anima si aggira.
Janek è con la sua Karuscia,
Lui l’amava quand’era in vita!”
Anch’io lo sento e lo credo,
Piango e per loro prego.
“Ascolta, fanciulla, e voi persone! –
Grida un vecchio con voce forte:
“Credete al mio occhio e alla mia ragione,
Qui non vedo nessuna morte.
Spiriti dei racconti da osteria,
Creati nella fucina della stoltezza;
La fanciulla chiaramente vaneggia,
E al volgo la ragione è volata via”.
“La fanciulla sente – io rispondo –
E il volgo crede veramente:
Fede e sentimento mi dicono più
Della ragione e dell’occhio del sapiente.
Tu conosci le verità morte,
Vedi il mondo nello stellare bagliore;
Ma non conosci le verità vive, né i prodigi!
Abbi cuore e guarda nel cuore!
(C) by Paolo Statuti