Zbigniew Herbert
Canto del tamburo
Sono scomparsi gli zufoli dei pastori
l’oro delle trombe domenicali
i verdi echi i corni
anche i violini sono scomparsi –
è rimasto soltanto il tamburo
e il tamburo ci suona ancora
la marcia festiva la marcia funebre
semplici sentimenti vanno a tempo
sulle rigide gambe il tamburino suona
e un solo pensiero una sola parola
quando il tamburo chiama il ripido abisso
portiamo spighe o la lapide
che il saggio tamburo si predirà
quando il passo batte sulla pelle dei selciati
quel passo altero che trasformerà il mondo
in un corteo e in un solo grido
finalmente va l’umanità intera
finalmente ognuno ha trovato il passo
la pelle di vitello due bacchette
hanno distrutto torri e solitudine
e il silenzio è calpestato
e la morte non fa paura quando è densa
la colonna di polvere sul corteo
si aprirà il mare obbediente
scenderemo giù nel baratro
nei vuoti inferni e più in alto
del cielo verifichiamo la falsità
e liberato dagli spaventi
in sabbia si muterà l’intero corteo
portato dal vento beffardo
e così l’ultima eco passerà
lungo l’indocile muffa della terra
resterà solo il tamburo il tamburo
dittatore di musiche disperse
1957
Krzysztof Karasek
Spiegazione degli ultimi quartetti di Beethoven
A Paweł Mykietyn
Per essere folli bisogna avere conoscenze altolocate.
Quando le persone smettono di darsi del lei,
il resto è inevitabile.
Ho vissuto tanto da vedere i figli più vecchi dei genitori.
Grazie a ciò mi sono convinto che pensiamo le stesse cose.
Per quanto riguarda il mio lavoro, per esso ho rischiato la vita,
e la mia ragione è depressa.
Questo è Van Gogh.
Non c’è storia d’amore più triste
di quella di Giulietta e Romeo.
Morirò come il cigno, cantando
(Bianca dall’Otello).
Perché i nostri sogni sono sempre eterni?
Tre sono le streghe: fede,
speranza, amore.
La terza ora, ora delle streghe.
Il caso può essere sinonimo di Dio,
quando non permette troppe confidenze.
Must es sein? Must sein.
14.03.2012
Jerzy Liebert
Musica mattutita
Lontano e così leggero,
Il vento culla alberi e cielo,
Gli uccelli l’azzurro dalle gole
Spandono a gocce nella quiete.
Il silenzio come vaso colmo
Fino all’orlo di dolce fluido,
Versa l’azzurro nei calici
Dell’acacia e del gelsomino.
L’azzurro si fonde con l’argento,
Sprizza un intenso aroma,
Gratta agli uccelli le linguette
E nuove gocce suonano.
1925
Rafał Wojaczek
Di nuovo musica
Di nuovo musica: chi ci pensa così intensamente,
che il cuore perde la memoria e batte altrove.
E il noto, benché sempre inatteso, timore
fa sì che i nostri corpi si trovino di nuovo.
E di nuovo con le labbra impaurite chiedi abilmente
il mio favore e curi la mia lingua addentata.
Ai freddi piedi permetti che lo spavento li guidi,
perché se avrai fiducia, lui stesso ti mostrerà il modo.
E di nuovo sei così premurosa e docilmente
fedele a quell’oblio che la musica
ti offre: l’invito ad accompagnarla col sangue.
E di nuovo la morte ci prende con sé per i suoi scopi.
1972
Bogdan Jaremin
Indirizzi di musica della signora Ishizu
La giapponese Ishizu non conosceva il tuo indirizzo.
Scriveva: Gould, Toronto, sentiva i suoni della mezzanotte.
E si apriva senza resistenza
il chiarore della musica
che ci attira dalla parte del bene comune
l’oscurità della musica
che giustifica il cammino verso l’ignoto
la preghiera della musica
che implora la pietà di Dio per ogni creatura
la fede della musica
che promette il seme al grembo chtonico della donna
la dispensa della musica
che nutre i sogni dei solitari oppressi dallo sconforto
la profondità della musica
da cui emerge un’isola sotto i piedi che affondano
Apritevi porte delle orecchie, apriti pietra del cuore
sollevati ferrea palpebra della notte,
svelati indirizzo del senzatempo.
2015
(Tutti le poesie sono nella versione di Paolo Statuti)
(C) by Paolo Statuti