
«Un’arca governata da un asino –
Ecco il mondo umano. Vivete nel cosmo.
La terra è un covo d’inganni e di menzogne.
Nutritevi d’immutabile bellezza.
Tu, madre-terra, alla mia anima
Sei vicina e lontana. Amo gioire,
Ma nella mia gioia c’è sempre angoscia,
Nell’angoscia – una segreta dolcezza!»
Ed ecco il bastone del pellegrino
Egli prende: perdonate, o cupe celle!
La sua anima, estranea a tutti, ora
Vive solo di alito di libertà.
«Siete schiavi. Re della fede è la Bestia:
Io abbatterò il trono della cieca fede.
Siete in un tempio: io vi aprirò la porta
Verso la luce e l’abisso della Sfera.
O abisso di abissi e vita del limite.
Noi fermeremo il sole di Tolomeo –
E il vortice dei mondi, il mare di pianeti,
Davanti a noi si distenderà, ardendo!»
E lui tutto osò – fino ai cieli.
La creazione ha sete di distruzione
E, distruggendo, aveva sete di prodigi –
Di divina armonia del Creato.
Gli occhi brillano, in un sogno audace –
Un mondo di gioiose rivelazioni.
Solo nel vero – lo scopo e la bellezza.
Ma più forte il cuore della vita chiede.
«Tu, fanciulla! col tuo viso angelico,
Che canti con un vecchio sonoro liuto!
Io posso esserti amico e padre…
Ma sono solo. Nessuno è senza asilo!
Ho alzato il vessillo del mio amore.
Ma ci sono altre gioie, diverse:
Ho congelato tutti i miei desideri,
Sono soltanto tuo, o sapienza-Sofia!»
E di nuovo è pellegrino. Di nuovo
Guarda lontano. Gli occhi risplendono,
Severo è il volto. Nemici, non capite
Che dio è la luce. E per dio lui morirà.
«Il mondo – abisso di abissi. Ogni atomo
E’ pieno di dio – di vita, di bellezza.
Vivendo e morendo, tutti noi viviamo
Come Anima unica, universale.
Tu, con il liuto! I sogni dei tuoi occhi
Non riflettevano la Vita e la Gioia?
Tu, o sole! voi, astri delle notti!
Solo voi respiravate questa Gioia».
E un piccolo uomo con inquietudine,
Con lo sguardo lucente, vivido e freddo,
E’ nel fuoco. «Morto in un’era di schiavitù,
Sarà immortale – in una di libertà!
Io muoio, perché questo è ciò che voglio.
Disperdi, o boia, le mie ceneri, o vile!
Salve Universo, salve Sole e Boia! –
Egli il mio pensiero spargerà nel Cosmo!»
(Versione di Paolo Statuti)