
Foto di Andrej Dement’ev scattata l’anno scorso dalla giornalista e traduttrice russa Eva Garajeva durante un incontro col poeta
Andrej Dmitrievič Dement’ev, uno dei più noti e apprezzati poeti e scrittori russi della seconda metà del XX secolo, nacque a Tver’ (attuale Kalinin) il 16 luglio 1928. Compì i suoi studi presso la facoltà di storia e lettere dell’Università di Kalinin (1948-1949) e poi presso l’Istituto di Lettere “A. M. Gor’kij” a Mosca (1949-1952). Debuttò come poeta nel 1948 con la poesia Studenti, pubblicata sul giornale di Kalinin La verità proletaria. Da Kalinin Andrej cominciò a inviare i suoi versi a Mosca, incontrando il consenso di noti poeti. Sergej Narovčatov e Michail Lukonin raccomandarono Andrej, affinché venisse ammesso all’Istituto di Lettere. Nel 1952 con il diploma di letterato professionista, tornò a Kalinin entrando nella redazione del giornale La verità di Kalinin, dove restò due anni, poi trascorse tre anni nella redazione del giornale della gioventù Cambiamento. A iniziare dal 1955 pubblicò alcune raccolte poetiche prevalentemente liriche, benché non mancassero in esse tematiche di attualità.
Dement’ev ebbe quattro mogli. Nel 1969 dalla terza di esse nacque il figlio Dmitrij, il quale purtroppo non fu l’orgoglio della famiglia. Svogliato a scuola, a lungo non poté decidersi su quale cammino intraprendere nella vita. Si sposò giovane ed ebbe un figlio. Poi la tragedia. Dmitrij nel 1996 si suicidò con un colpo di pistola. Fu un terribile trauma per il poeta.
Negli anni ’70 crebbe notevolmente la fama di Andrej Dement’ev come poeta in tutta l’Unione Sovietica. Oggi è difficile credere quanto fossero popolari in quel tempo i poeti. Per ascoltarli declamare i loro versi si riempivano gli stadi. Ricordiamo le parole di una poesia di Evgenij Evtušenko: “Poeta in Russia è più che poeta”, per significare lo straordinario ruolo svolto da sempre dai poeti nella società russa. Anche Andrej Dement’ev in un certo senso fu assai più di un poeta. Una grande notorietà ad esempio gli portò la sua collaborazione con i compositori, che misero in musica più di 100 sue poesie, e molte canzoni sono ancora oggi assai popolari. Dal 1981 al 1992 il poeta fu caporedattore del periodico Gioventù. Durante la perestrojka la rivista raggiunse la tiratura astronomica di tre milioni e trecentomila copie. Fu anche deputato e segretario dell’Unione degli Scrittori dell’URSS. Negli anni ’80 collaborò con diversi programmi alla TV e alla Radio. Periodicamente le sue opinioni discordavano da quelle della direzione, e allora egli cambiava aria, senza badare che era ormai avanti con gli anni e che qualcuno lo considerava un “retaggio del passato regime”. Nel 1992 insieme con la quarta moglie Anna Pugač soggiornò in Israele come direttore della TV russa per il Medio Oriente. Bisogna dire che Dement’ev ebbe una vita abbastanza burrascosa e soltanto il quarto matrimonio, quando divenne sua moglie Anna Pugač, collaboratrice della rivista Gioventù e trent’anni più giovane di lui, portò nel suo cuore la serenità a lungo sospirata.
Ancora prima della perestrojka e del permesso di stampare “tutto” (con restrizioni), Dement’ev si batté perché vedessero la luce le opere di Vladimir Vojnovič, Bella Achmadulina, Jurij Poljakov, Arkadij Arkanov e molti altri, diventati classici della letteratura russa. Spesso lo interrogavano, lo minacciavano, ma egli si sforzava di vivere onestamente, come gli aveva insegnato suo padre, un agronomo ingiustamente accusato di attività controrivoluzionaria nel 1941, condannato a 5 anni di lager, e poi scagionato per mancanza di prove nel 1960.
Pubblicò più di 40 raccolte di poesie, per una delle quali – Azzardo gli fu dato il premio statale dell’URSS. Per la sua creazione ha ricevuto numerosi premi prestigiosi e le sue poesie sono state tradotte in molte lingue.
Il poeta è deceduto in un ospedale di Mosca il 26 giugno di quest’anno in seguito a complicazioni dopo un’infreddatura. Il 16 luglio avrebbe compiuto 90 anni. E’ sepolto nel cimitero di Kuntsevo accanto al figlio.
Nella sua creazione Dement’ev esprime il suo romanticismo, il suo umanesimo e la sua pietà. Nei suoi versi troviamo l’amore, i sentimenti, un accentuato patriottismo, il rifiuto degli aspetti negativi dell’epoca attuale, un’amara ironia, lirismo, ottimismo, il piacere delle elementari gioie della vita, l’amore per la natura. Lo slavista, critico letterario e traduttore tedesco Wolfgang Kozack (1927- 2003) afferma: “Dement’ev scrive versi tradizionali, di facile comprensione, intrisi di musicalità…La sua poesia si sofferma su un quesito o su un problema che viene esaminato da diversi punti di vista, in versi spesso costruiti secondo il principio del parallelismo (anafore e altre forme di ripetizione). La lirica di Dement’ev è legata alla natura; egli esamina anche questioni etiche e i rapporti tra le persone, inoltre per lui ciò che è più importante nell’uomo sono le qualità morali.”
P. S.