A. Pushkin: Il sogno di Tat’jana

4 Ago

A. Pushkin: „Il sogno di Tat’jana” dal romanzo in versi „Evghenij Oneghin”, cap.V, strofe XI-XV, illustrazione di Ivan Volkov, 1891

                        XI

E Tat’jana fa un sogno strano.

Sogna una radura innevata,

E in quella bianca distesa

Di triste nebbia ammantata,

Cammina tra cumuli di neve.

Romba, turbina oscurato,

Spumeggiante e grigiastro,

Un torrente non ghiacciato.

Su di esso un ponticello

Di pali, oscillante,

A stento ancora in piedi,

E davanti all’ostacolo scrosciante

Tat’jana in quel momento

Si ferma in preda allo spavento.

                        XII

Come in un triste distacco

Tat’jana si lagna col torrente.

Intorno non vede nessuno

Che l’aiuti in quel frangente.

A un tratto un cumulo si muove,

E chi compare da esso?

Un grande orso irsuto.

Lei ah! lui – un ringhio sommesso,

E la zampa con l’unghie aguzze

Le porge aiutandola a passare.

Tat’jana è spaventata e perplessa,

Ma l’aiuto deve accettare

Di quella zampa ferina,

Ma poi l’orso con lei s’incammina.

                         XIII

Tat’jana allora affretta il passo,

Impaurita, non osa girarsi,

Di quel compagno irsuto

Non può in alcun modo liberarsi.

Sbuffando affonda il seccatore.

Davanti a loro una pineta

Nella sua cupa bellezza,

Sui rami la neve che pesa.

Attraverso le betulle e i nudi

Tigli scintillano gli astri,

La strada non c’e più, gli arbusti,

I pendii e perfino i fossati

La tormenta ha riempito,

Tutto la neve ha seppellito.

                          XIV

E’ sempre seguita dall’orso,

La neve le arriva ai ginocchi,

Ora un ramo le graffia il collo,

Ora un altro da un orecchio

Le strappa con forza un orecchino,

Ora dal delicato piedino

Cade nella neve una scarpetta,

Ora perde il fazzoletto.

Di raccoglierlo ha paura,

Sente dell’orso l’andatura,

Per vergogna nemmeno alza

Il lungo abito che intralcia,

Scappa ma l’orso è ostinato

E di scappare lei non è più in grado.

                           XV

Cade nella neve e prontamente

L’orso sulle braccia la posa.

Lei è docile e come impietrita,

Non si muove, fiatare non osa.

Lui la porta attraverso il bosco.

A un tratto una casetta si vede

Immersa in una fitta macchia

E circondata dalla neve.

Una finestrella è illuminata

E all’interno c’è baldoria.

L’orso dice: «Qui c’è un compare,

Riscaldati da lui per ora!»

Poi si avvicina alla porta

E sulla soglia la posa.

(Versione di Paolo Statuti)

2 Risposte a “A. Pushkin: Il sogno di Tat’jana”

  1. giorgio linguaglossa agosto 5, 2019 a 7:19 am #

    caro Paolo, sei riuscito a ricreare magicamente l’aura dell’originale. Complimenti.

    • Paolo Statuti agosto 5, 2019 a 2:26 PM #

      Grazie caro Giorgio, mi piacerebbe tradurre tutto l’Oneghin, ma dovrei trovare un sponsor serio e veramente interessato, e disposto a darmi un adeguato compenso. Vivo, dunque spero, spero finché vivo!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: