La poesia è musica, la musica è poesia. Due sorelle inseparabili che si amano, si sorridono, si ispirano a vicenda, che allietano e consolano l’animo umano. Un esempio: a far scoprire a Eugenio Montale la poesia fu la musica, in particolare quella di Debussy. Fu lo stesso poeta a raccontarlo in una intervista del 1966. A conferma di questo ho scelto e tradotto per il mio blog queste sei poesie russe, ciascuna con un proprio diverso “accento” musicale. Buona lettura e buon ascolto!
Valerij Brjusov (1873-1924)
Il tramonto bussò alle rosse finestre…
Il tramonto bussò alle rosse finestre
E, come battendo sui tasti,
Intonò le sue arie appassionate;
E il vento con furia di violinista
Già melodie di pioggia scrosciante,
Battendo coi rami preparava.
La sinfonia di tristezza e oro,
Di fuochi e suoni un coro compatto,
Sembrava un altro istante divisa:
E il ritmo, in gara col cantante,
Un potente invisibile direttore
Con colpi di martello segnava.
Il flutto batteva negli anfratti,
Frangendo gli scogli, rozzo e ubriaco;
E tutto: i suoni dolci del tramonto,
Lo scintillio del vento, la fontana
Gorgogliante racconti di neve,
L’Oceano copriva con sordo bussare!
Aleksandr Blok (1880-1921)
Io non capivo mai…
Io non capivo mai
L’arte della musica sacra,
Ma oggi il mio udito ha scoperto
In essa una voce celata.
Amo in essa questo sogno
E questa profonda commozione,
Che tutta la trascorsa bellezza
Dall’oblio come un’onda riporta.
Nei suoni il passato ritorna
E sembra vicino e chiaro:
E’ il sogno che canta per me,
Che soffia un segreto leggiadro.
Marina Cvetaeva (1892-1941)
Al concerto
Un suono strano aveva quella sera il vecchio violino:
Di sventura umana – e di donna! – risonava il suo pianto.
Sorrideva il violinista.
Senza sosta alle stanche labbra il sorriso tornava.
Uno strano sguardo rivolgeva alla scena da un buio palco
Un’ignota dama in abito di pietre lilla.
Uno sguardo di quadri e ombre!
Uno sguardo enimmatico, simile al singhiozzo del violino.
Allo strumento volava irruente imperioso e dritto
Il gemito di un accordo – e a un tratto cessò il penoso pianto…
Il violinista sorrideva,
Ma lei guardava la platea – indifferente e allegra – la dama.
David Samojlov (1920-1990)
Duo per violino e viola
Mozart alquanto brillo
Tornava a casa.
C’era una strana agitazione,
Giornata pazza.
E guardava con sguardo felice
La gente
Il compositore Mozart Wolfgang
Amadeus.
Intorno a lui un lieve suono
Di foglie di tiglio.
«Tara-tara, tili-tichi, –
Egli pensava. –
Sì! Compagnia, bevande,
Vanità.
Ma in compenso il duo
Per violino e viola».
Prendano pure la sua arte
Gratis.
Quanto sentimento occorre
E quanto ingegno!
Il compositore Mozart Wolfgang,
Egli è abile, –
Quanto occorre, tanto
Ridarà…
Oh, in casa di Amadeus
Ci sarà una scenata.
Tutta la settimana –
Un gelido rapporto.
Né una parola, né un sorriso.
Muti.
Ma in compenso il duo
Per violino e viola.
Sì! Bisogna pagare
Al mondo
L’allegria e il conforto
Di un banchetto,
Il vino e gli errori –
Interamente!
Ma in compenso il duo
Per violino e viola!
Andrej Dement’ev (1928-2018)
La musica
Ascoltate la sinfonia di primavera.
Entrate in un giardino,
Quando esso fiorisce,
Dove i meli,
Vestiti di fiori,
Sono immersi nei pensieri.
Ascoltate…
Ecco iniziano i violini
Con morbidi mirabili toni.
Oh, suoni misteriosi
E ondeggianti
Che nascono nei fiori!
E i violinisti…
Quanti ce ne sono!
Guardate…
Essi con gli archetti hanno tracciato
Il giardino.
Le melodie come fili dorati
Vibrano sulle ali delle api.
Qui tutto canta…
E i rami, come flauti,
Trafiggono irrefrenabili l’azzurro…
Non ridete della mia fantasia.
Volete che vi colga un «la maggiore»?
Novella Matveeva (1934-2016)
La musica
Avete spiegato la musica parlando,
Ma a lei le parole non servono granché –
Però lei, con voi rivaleggiando,
Con le parole si spiegherebbe da sé.
E mai (per l’esattezza delle nozioni)
Perderebbe il suo tempo coi suoni.
(C) by Paolo Statuti
La poesia e la musica comunicano insieme. Nella poesia le parole i versi hanno suoni e le figure retoriche aggiungono il ritmo all’espressione poetica, mentre nella musica si descrivono immagini che chiamano le parole. Nelle opere come nelle canzoni si crea una simbiosi tra musica e parole che rendono la melodia ancora più penetrante ed emozionante. Grazie Paolo per le traduzioni delle poesie russe. Un caro saluto
una eccellente scelta di autori russi e delle grandi traduzioni, grazie Paolo per questo dono.
Non posso che plaudire a queste traduzioni di Paolo Statuti: sempre eccellenti e fedeli alla parola, perché da questa devono scaturire le note musicali e non solo dalla grafia cirillica che di per se è estremamente musicale anche nel disegno che la distingue. Che dire della scelta di Paolo, di questi poeti di cui ne conosco i più risposti segreti, tranne gli ultimi tre di cui ne conoscevo il nome soltanto per fama: per questo ben vengano: essi avevano venti o poco più di anni quando i grandi Poeti del secolo d’argento chiudevano le loro palpebre- persiane ai curiosi inutili, ma continuavano i tre sulle loro tracce a cantare (e si vede, è lampante, anche in questi pochi versi qui presentati): quindi grande onore a loro, e non a quei cicisbei che si limitavano ad imitarli per poi passare da originali sotto il potere che li incensava.
I versi qui presentati fino alla Cvetaeva li conoscevo bene da altre traduzioni, alcune direi molto ben fatte, ma il lavoro di Paolo aggiunge la musicalità perché di musica s’intende, e anche la pittura…di cui s’intende.
Leggete bene i versi dei poeti “d’argento” e vi posso assicurare che il flusso musicale e pittorico di quei tre vi si avvicina parecchio.
Auguro a Paolo di continuare e di offrirci altre gemme!
Riguardo ai tre poeti a noi più vicini cronologicamente e già volati via non posso sottacere che la loro poesia talvolta brilla più di quella dei maggiori poeti del samizdat, di cui più o meno erano contemporanei e fra di loro si conoscevano, e talvolta si frequentavano.
Brodskij che si intendeva anche troppo bene di poesia avrebbe dovuto dar più luce ai poeti “minori”, perché quelli che lui adorava ed erano quelli “argentati” non avevano bisogno di altra luce perché ne possedevano di propria. Dando più luce ai minori avrebbe davvero completato nel migliore dei modi la sua fatica, che apprezzo, ma di lui apprezzo per questo i suoi meravigliosi saggi, ché in questi riesce migliore.
adieu, antonio sagredo.
inizio agosto 2018
Ringrazio Francesco e Giorgio per i loro preziosi elogi, e in particolare Antonio Sagredo, la cui conoscenza della letteratura russa amplifica il suo lusinghiero giudizio sulle mie traduzioni.