Aleksander Rozenfeld, poeta e giornalista polacco di origine ebrea, è nato a Tambov nell’Unione Sovietica il 10 giugno 1941. Debuttò nel 1968 con le sue prime poesie recitate alla radio di Olsztyn. Negli anni 1980-81 lavorò nel sindacato indipendente Solidarność. Nel 1982 emigrò in Israele, da dove cinque anni dopo, riottenuta la cittadinanza polacca, tornò in Polonia passando per Roma e si stabilì a Złotów. Negli anni 1996-2001 fu consigliere del Presidente della Repubblica Polacca. Ha pubblicato tra l’altro il volume di poesie Versi per la fine del secolo, il Poema della città di Złotów e altre poesie, Ronzio-poesie non per bambini, Racconti del boschetto ebreo.
Pubblico qui la mia versione della sua lunga Lettera in versi, scritta durante l’emigrazione volontaria in Israele.
Lettera da Israele alla Polonia
tra la sinistra e la destra
sto qui – sballottato dal vento
sei? sei? sei? – continuamente chiedono
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sono chi? – non credevo
che avrei cominciato a farmi domande
pensavo – mi conosco bene
oggi non so
– sono Ebreo? – sono Polacco? – sono
un uomo?
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dal sillabario:
“chi sei, qual è la tua insegna,
la tua origine – e dove abiti?”
eppure so che –
ho percorso tutti i tuoi sentieri o lingua
ti ho percorso o patria in lungo e in largo
quante notti nelle stazioni ferroviarie
non è servito a niente?
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io non sono?
chi non sono? – io
non ci sono? – dove
nuova grammatica dell’assenza
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dal sillabario:
“ questo è un gatto questa è ada
questo è il gatto di ada
e questa è una casa”
chi non è nella casa
chi non ha una casa
chi non avrà una casa
mai?
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e per le strade di tel-aviv si può ancora sentire
la lingua polacca
il passato parla
nella chiesa di Giaffa c’è tadeusz
là cantiamo in polacco “nel silenzio della notte”
piangiamo sul Suo sepolcro nel luogo più degno
sul Golgota
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tempo passato tempo presente tempo futuro
sulla via per sulejów crescevano le querce poi tagliate
per farne traversine
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si può dire di questo lunghissimo viaggio –
è stata una fuga?
ma da chi
e verso cosa sono fuggito
quei funghi
quei pesci
quelle persone
non li ritroverò in nessun luogo
dunque perché?
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se in qualsiasi momento sognerete
la stazione vienna-sud svegliatevi
se in qualsiasi momento in sogno
sorvolerete la manica
svegliatevi
sull’atlantico sul mar mediterraneo
a parigi montreal tel-aviv
ci sono gli stessi marciapiedi
contro i quali inciampiamo distratti cercando intorno
una qualsiasi amicizia
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è vero – all’inizio il cielo sembra
più terso
e la curiosità si può appagare più in fretta
ascoltando le prime lezioni
di democrazia occidentale
ma poi
a che serve poter dire tutto
poter scrivere tutto
se nessuno ascolta ciò che dici
nessuno legge ciò che scrivi
a nessuno interessano le tue
idee più rivoluzionarie
e la tua Polonia è appena un bottoncino
sull’immenso abito dell’europa dell’asia e dell’oceania
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no non è un trattato sull’emigrazione
so bene cosa provate voi
che osservo nei miei sonni insonni
ma vi supplico
sia pure di rado ricordatevi
di me
né Ebreo né Polacco
né carne né pesce
che non sa fare altro che
appiccicare insieme qualche parola
nella più strana lingua del mondo
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dunque cosa ci faccio qui e con quale diritto
l’orologio gira come un tempo
verso destra
misurando il ritmo del cuore del respiro e del sangue
non fingete che nulla sia successo
non fingete che nulla sia successo
quando la più stupida delle vostre lettere
mi giunge come da un’altra galassia
tra noi un abisso così enorme
montagne così alte
dove andare – se intorno c’è l’acqua
sì un po’ più roseo un po’ più dolce
ma l’amaro in bocca.
Israele, febbraio 1983
(C) by Paolo Statuti
Queste proposte di lettura, tradotte con impegno hanno l’originalità delle voci nuove, che vengono da lontano ci offrono una visione prospettica della storia. Questo lavoro di traduzione e pubblicazione, sebbene sia fatto con piacere (e si sente nella lettura dei versi tradotti), è un’occasione di rivelare un modo di fare poesia “onesta” non ricercata, libera spesso istintiva, che mi seduce più di altre.
I versi di Aleksander Rozenfeld sono da appuntare per poterle ricordare, ad esempio questi li trovo impareggiabili:
l’orologio gira come un tempo
verso destra
misurando il ritmo del cuore del respiro e del sangue…
Ed allora grazie per tutto l’impegno che dedichi e che offri con generosità
Un caro saluto
Francesco