Una poesia di Paolo Statuti da prendere tra il serio e il faceto
Quando me ne andrò
resteranno le medicine
che prendevo mattina e sera
(se mi ricordavo)
i vestiti le scarpe
che forse andranno
a un immigrato
peccato che non vedrò
come gli stanno
resterà un calzino bucato
che mia moglie
voleva rammendare
un mucchio di carte e di libri
che poi bruceranno…
una poesia non tradotta
una tela non dipinta
un corale non ascoltato
un “ti amo” non detto
un sorriso non fatto…
e una macchia di caffè
sulla scrivania
che per quanto abbia fatto
non è mai andata via.
Quando me ne andrò
Resterà tutto questo.
27.1.2015
Di faceto c’è ben poco! E’ una poesia bella e struggente! Qualcuno scrisse: “ quei milioni di uomini che passano su questa terra, e muoiono senza lasciare traccia, né memoria di sé, come una foglia di insalata.”.
Tu dici con mestizia: “i vestiti le scarpe/ che forse andranno/ a un immigrato/ peccato che non vedrò/ come gli stanno/ resterà un calzino bucato…”
A più lungo termine è calzante il detto Zen, ma non sono un esperto di questa tradizione:
“Dopo anni che l’abbiamo usata la nostra veste è consunta. Appese a brandelli svolazzanti parti di essa sono portate via dal vento fra le nubi…”
Caro Paolo il nostro è un attraversare la terra come nudi mendicanti!
Io di sicuro, tu qualche traccia, e anche importante, la lascerai.
Ubaldo de Robertis
Caro Ubaldo, avrai notato sicuramente la sfumatura ironica. E’ proprio l’ironia la miglior difesa dagli attacchi della vita, almeno per me. La poesia dal canto suo mi aiuta a trovare nuovi spunti, nuovi stimoli, nuove mete, ma questo riguarda anche te…non è così?.
E’ così anche per me, ma ora sembra, caro Paolo, che con l’avvento del nuovo realismo sarà messa sotto tiro anche l’ironia. “L’ironizzazione non regge più, si è mostrata essere tutt’altro che liberante”- dice Maurizio Ferraris – l’ironizzazione di impianto tipicamente postmoderno va superata per generare qualcosa di nuovo, un’attenzione più spiccata al reale e alle sue manifestazioni.”
Ad ogni modo la tua poesia è valida a prescindere dall’autoironia. Un caro saluto, ubaldo de Robertis
è una poesia bella che piace subito appena si legge, e nella rilettura si scoprono note nascoste. Mi piace interpretare il verso “resterà un calzino bucato”, ossia qualcosa di nascosto, consumato che forse ci caratterizza di più di altre cose usate nella vita, apparentemente più luminose.
Leggere i commenti di Ubaldo de Robertis ha aggiunto una nota di malinconia per il suo ricordo, in quel suo incedere da nudo mendicante che ci ha lasciato poesie, romanzi e buoni esempi di vita
Un abbraccio
Francesco
Grazie Francesco, con l’occasione ho riletto anch’io con commozione i commenti del carissimo e compianto Ubaldo, un amico da considerare come prezioso modello di vita e di arte.